Prato a bassa manutenzione

Avere un prato perfetto, verde, sano e rigoglioso è il desiderio di chiunque abbia un giardino. Chi di noi non ha mai desiderato avere un bel prato all’inglese perfetto? Originario del Nord Europa è stato per molti anni il sogno di tutti gli italiani. Su internet se digitate ‘prato all’inglese’ è pieno di siti che vi spiegano come ottenere un prato all’inglese perfetto, come curarlo con ‘facilità’, che specie scegliere, etc.

Ma in questo articolo ti chiediamo: ne vale davvero la pena tagliare il prato ogni weekend, irrigare tutti i giorni, concimare e diserbare per avere il ‘pratino’ perfetto? Non credi che tutto questo sia un messaggio della natura per dirci che abbiamo sbagliato qualcosa? Perché forzare [la natura] e creare situazioni che da noi [nei nostri climi ormai sahariani] causano solo spreco di energie, di risorse e che potremo evitare scegliendo specie più appropriate.

Il clima sta cambiando, i giardini stanno cambiando e i prati stanno cambiando!

“L’amore per il giardinaggio sta aumentando in Italia, - sottolinea Michele Bindi, consigliere dell’Associazione europea produttori di prato ETP e vice presidente dell’Associazione italiana imprese giardinaggio Assoverde - Gli italiani hanno ripreso a spendere per il verde perché passano più tempo a casa e si dedicano di più ai prati, piccoli o grandi, ma in modo evoluto rispetto al passato.” Il clima sta cambiando e da temperato va verso un caldo sub-tropicale, aumentano anche le zone della penisola con carenza di acqua [abbiamo realtà che possono attingere all’acqua solo in determinati momenti della giornata..]. Cambia anche la sensibilità ambientale degli italiani nell’usare i fitofarmaci, di pari passo alle normative europee che sono diventate molto più stringenti [vedi il PAN (https://www.minambiente.it/pagina/piano-dazione-nazionale-pan-luso-sostenibile-dei-prodotti-fitosanitari)]. I tappeti erbosi sono ora fatti di erbe [specie] più resistenti alla carenza idrica e agli attacchi degli insetti, oppure di tappeti verdi che non vanno annaffiati”

Il futuro per i giardini prevede sempre un minor consumo di acqua”, precisa Michele Bindi. [anche perché non si sa più dove prenderla.. e se c’è nella maggior parte dei casi è inquinata]

Tenendo conto di questi fattori, un’ottima alternativa è utilizzare specie rustiche a basse esigenze idriche o con un consumo minimo di acqua, valutando non solo l’aspetto estetico, ma anche quello funzionale ed ecologico-ambientale. Considerate che per irrigare un prato classico sono necessari circa 7 lt di acqua al giorno per m2 contro i 10-20 lt alla settimana per m2 per un prato rustico e ai ‘Dry garden’ in cui l’acqua non serve affatto.

A gennaio siamo stati ad una conferenza tenuta da Luca Agostini, titolare di Piante Mates , vivaio specializzato in giardini senz’acqua. Lui ha spiegato molto bene ‘l’effetto catena’ causato dai prati all’inglese irrigati. Partendo dall’impianto di irrigazione, in cui inseriamo nel terreno tubi in plastica. Plastica che rimarrà negli anni nel terreno, come smaltirla? In un mondo in cui si sta cercando di evitare l’utilizzo di plastica non ci facciamo problemi a utilizzare metri e metri di corrugato per irrigare. Una volta fatto l’impianto di irrigazione diamo adito alla crescita delle cosiddette ‘erbacee’ [povere e bisfrattate] in mezzo all’erba, così siamo costretti a diserbare [magari con una bella spruzzatina di glifosato]. Irrigando alimentiamo la crescita del prato e quindi siamo costretti a tagliarlo molto spesso.

Come avrai capito, al giorno d’oggi non sono operazioni sostenibili dal punto di vista ambientale e per questo ti consigliamo una lista di specie da ‘prato alternativo’:

Zoysia tenuifolia

La Zoysia tenuifolia è una graminacea della famiglia delle macroterme.

La suddivisione delle specie da tappeto erboso classiche in macroterme e microterme, avviene su base climatica, nello specifico in base al range di temperature in cui esse sono meglio adattate Le macroterme sono specie adatte a climi più caldi o temperati. I range di crescita e le loro temperature ottimali sono comprese tra 23 e 34 fino ad arrivare ai 38 °C. Sotto i 18-15 °C rallentano il loro sviluppo e 10 °C si arrestano quasi totalmente. Quando la temperatura scende al di sotto di 0 °C perdono la colorazione verde e vanno in riposo vegetativo. Le microterme le più famose sono Graminaceae, hanno un range di temperature più basse rispetto alle macroterme tra i 15 e i 25 °C]

Ama le alte temperature, crescendo tra i 25° e i 35°e va in dormienza quando le temperature scendono sotto i 10°. Non sopporta gli inverni rigidi e perisce con temperature inferiori ai -10°. Può rivelarsi una valida alternativa al prato all’inglese in quanto tende a restare molto bassa e quindi non necessita di manutenzioni costanti. L’altezza varia da 2 a 20 cm a seconda di quanto viene irrigata [ma anche di quanto sole prende, meno sole prende più tende a “filare” e ad alzarsi e poi a schiattare perché non gode troppo con poco sole]. Consigliamo di irrigarla con parsimonia o di [provare] a non irrigarla affatto!

La crescita il primo anno è lenta, ma con un po' di pazienza avremo un prato robusto, non irrigato e che abbatterà la manutenzione di circa l’80% rispetto a un prato ‘classico’.

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Immagine 1 – Esempio di crescita annuale della Zoysia tenuifolia, sesto d’impianto 21x21 cm con un calo dell’irrigazione nel tempo fino ad arrivare a non irrigarla quando l’apparato radicale si è irrobustito

Festuca arundinacea

Appartenente alla famiglia delle microterme è molto apprezzata per la sua adattabilità. Resiste bene alle alte temperature dai 38° ai 40° e sopporta bene ombra e freddo [un gladiatore]. L’apparato radicale profondo gli permette di raggiungere le riserve acquifere in profondità, permettendoci di irrigarla solo in caso di necessità. Sopporta bene il calpestio e ha un elevato accrescimento. A suo sfavore ha un aspetto rustico [per via della sua trama grossolana] e in inverno ingiallisce. Ma se riuscirai a sopportare l’ingiallimento invernale avrai un prato in cui potrai farci di tutto!

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Immagine 2 – Festuca arundinacea a 12 giorni dalla semina

Dichondra repens

La Dichondra repens è una tappezzante calpestabile a bassa manutenzione [molto simpatica!!]. Non necessita di essere tagliata perché arriva a un’altezza massima di 3 cm. Forma un tappetino soffice, verde ed è perfetto per chi ama i tappeti erbosi a foglia larga. È caratterizzato da foglie piccole, tonde e carnose [sono davvero tenerissime]. Ha una resistenza limitata al calpestio, per questo non è adatto a prati sportivi o ad alta affluenza. Inizialmente cresce lentamente, ma nel tempo si rafforza diventando una specie vigorosa.

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Immagine 3 – Dichondra repens, un’ottima alternativa per un prato inusuale ma dalla bassa manutenzione

Immagine 4 – Essendo una tappezzante si sviluppa con stoloni orizzontalmente. Utilizziamola anche in mezzo a un camminamento in pietra per ottenere un effetto simil naturale.

Molto resistente al freddo, mantiene le foglie per tutto l’inverno, ingiallendo e perdendo vigore.

Verbena x hybrida

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Fiori nel prato? Perché no! La Verbena x hybrida è un ottimo modo per avere macchie di colore violaceo in mezzo al nostro prato completamente calpestabili! Ha una crescita massima di 15 cm quindi non va tagliata regolarmente. Non va irrigata e ha una abbastanza crescita veloce rispetto alle graminacee da prato (si consigliano tra le 10 alle 15 piante al mq).

Immagine 5 – Verbena x hybrida, coltivata da Piante Mates, Orbetello (GR)

Consigliamo di utilizzarla in un miscuglio con graminacee a basse esigenze idriche (es. Zoysia tenuifolia) in modo da creare dei fiumi di colore viola calpestabili. Se vi piace potete provarla anche da sola creando un prato monospecifico. Non ti spaventare se in inverno non la vedi più, ritornerà rigogliosa a fine inverno o in primavera! Non sopporta bene il gelo ma essendo che il clima sta cambiando la troveremo anche a Milano!

Immagine 6 – Verbena x hybrida, coltivata da Piante Mates, Orbetello (GR)


Lippia nodiflora

Avete un problema? Lei lo risolverà! Scarpata? Cemento? Autobloccanti? Cresce ovunque!! Non ha bisogno di irrigazione, è completamente calpestabile e non ha bisogno di tagli. La Lippia nodiflora permette di abbattere tutta la manutenzione. Si espande molto rapidamente raggiungendo un’altezza massima di 5 cm.

È una pianta mellifera, molto amata dalle api [e anche da noi, se non si fosse capito!!]. Questo permette di dare una mano all’ecosistema, ma di conseguenza dobbiamo stare attenti se vogliamo calpestarla a piedi nudi!

Immagine 7 – Lippia nodiflora, cresce anche sul cemento sfruttando il materiale organico che si deposita nel tempo

Nel periodo estivo produce dei piccoli fiorellini bianco-rosati. Sono molto piccoli per cui non impattano molto a livello visivo e sulla resa del progetto.

Immagine 8 – Lippia nodiflora, coltivata da Piante Mates, Orbetello (GR). È caratterizzata da piccoli fiorellini nella stagione estiva.

In inverno reagisce in base alla zona geografica in cui vi trovate. Potrebbe andare in dormienza o semplicemente arrossarsi leggermente per poi tornare verde nella stagione primaverile. Come avete capito amiamo molto questa pianta!! Usatela senza paura!

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Frankenia laevis

La Frankenia leavis è una pianta tappezzante originaria dell’Europa sud-occidentale. Cresce spontanea nei litorali rocciosi mediterranei ed è caratterizzata dall'ottima tolleranza alla salinità e quindi molto adatta ai giardini costieri. Foglie minuscole, di colore verde scuro che formano morbidi cuscini. Adatta in pieno sole si adatta anche alle basse temperature (-12°/-14°). In inverno assume una colorazione rossastra per poi ricostituirsi in primavera.

Immagine 9 - Frankenia leavis, alternativa al prato molto singolare. Forma tappeti verdi in estate e rossastri in inverno. Molto utilizzata nei giardini costieri.

Non necessita di manutenzione, una volta attecchita non va né irrigata né tagliata. Si adatta bene anche su terreni poveri, per questo viene impiegata in ambito paesaggistico per ricoprire scarpate, terreni sabbiosi e di riporto.

Come abbiamo visto esistono diversi modi per creare un prato a bassa manutenzione con basso impatto ambientale. In base a dove viviamo si trova la soluzione migliore e le piante più idonee al luogo.

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Un prato merita di essere vissuto e non dev'essere un impegno ma un piacere. Goditi i tuoi spazi verdi progettandoli con cura e attenzione per abbassare i costi manutentivi, ma soprattutto per strutturare un progetto in linea con la Natura.

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